27 novembre 2014

Il foro stenopeico

Giovedì 20 ottobre abbiamo iniziato l’ultimo laboratorio dell’alfabetizzazione fotografica. L’esperienza riguardava il foro stenopeico, ovvero un piccolo buco su un lato della camera oscura che è alla base del principio ottico della fotografia.
Abbiamo utilizzato una camera oscura realizzata dal prof. Manfredini e, dopo aver messo un foglio di carta fotosensibile al suo interno, ci siamo recati davanti alla nostra scuola dove abbiamo fissato la camera oscura ad un cavalletto e ci siamo messi tutti in posa davanti ad essa. Dopo aver tolto il cartoncino dal foro stenopeico, in modo da far entrare la luce, siamo rimasti immobili per circa 35 secondi.
Successivamente ci siamo spostati in laboratorio di chimica, in una camera a tenuta di luce. Abbiamo aperto la camera oscura e passato il foglio di carta fotosensibile nei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio; ottenendo così un negativo, ossia un’immagine dove i colori sono invertiti.
Per ottenere la fotografia con i colori originali abbiamo messo a contatto il negativo con un nuovo foglio di carta fotosensibile ed esposto il tutto alla luce per circa 5 secondi.

Ecco le fotografie che abbiamo realizzato:




22 novembre 2014

Videoclip

Il mio videoclip è composto da una serie di immagini che hanno che fare con il significato della canzone che ho scelto, cioè "Viva La Vida" dei Coldplay.
Il testo parla di un re che ha perso tutte le sue ricchezze ed è quindi, inizialmente, triste e disperato ma verso la fine, quando ritrova i suoi amici e le persone a lui care, capisce che nella vita non sono importanti i beni materiali ma la gente che ti sta intorno.
Per rappresentare meglio la canzone o deciso di alternare una serie di immagini in bianco e nero che esprimono tristezza e solitudine, ad immagine con un significato completamente opposto, in modo da mettere in mostra i due aspetti della canzone.
Ho anche aggiunto transizioni ed effetti di movimento per rendere il video più fluido e piacevole.

Ecco il mio video:

15 novembre 2014

La camera oscura portatile

Sabato 8 novembre, divisi in gruppi, abbiamo iniziato a costruire una camera oscura portatile, terminata poi una settimana dopo.
Ci siamo serviti di una scatola di scarpe, tempera nera, nastro adesivo, forbici, carta da lucido e una lente convergente.
Per costruirla abbiamo ritagliato una piccola porzione di scatola e coperchio sul lato corto e dipinto di nero l'interno di tutti e quattro i pezzi. Sulla parte di scatola ritagliata è stata creata una finestra distante 3 cm da ogni lato dove abbiamo successivamente applicato un foglio di carta da lucido, che servirà come "schermo" per visualizzare l'immagine. 
Nell'altra parte di scatola, sul lato corto, abbiamo creato un foro della diametro di circa 3 cm, che servirà da obbiettivo, e in un secondo momento applicato un foro più piccolo come diaframma e infine una lente convergente. Per completare abbiamo attaccato il coperchio alla scatola con il nastro adesivo. 
Per testare la camera oscura ci siamo posizionati davanti a una finestra e abbiamo notato che l'immagine, passando attraverso il foro, veniva visualizzata capovolta e specchiata sulla carta da lucido.

Ecco le foto del backstage:

                                                                               








8 novembre 2014

Il fotogramma

Giovedì 30 ottobre i miei compagni con il professore Manfredini hanno fatto il secondo laboratorio di alfabetizzazione riguardante "il fotogramma", cioè un'immagine fotografica ottenuta all'interno di una camera oscura mediante una tecnica off-camera (ovvero senza l'impiego di macchina fotografica). Io purtroppo ero assente, ma vi spiegherò comunque il procedimento che hanno eseguito i miei compagni. 
Tutto ciò serve a comprendere il principio chimico su cui si basa la fotografia analogica: la fotosensibilità dei sali d'argento. 
Per creare ciò si sono serviti di alcuni oggetti come bottoni, pizzo, monete, carta fotosensibile, un ingranditore con lampadina e le tre vaschette contenenti: sviluppo, arresto e fissaggio.
Entrati nell'aula oscura, hanno tenuto acceso solo luci (rossa e giallo-verde) a cui la carta non è sensibile, dopo aver composto la creazione sul foglio fotosensibile e posta sotto la luce ancora spenta, l'hanno accesa per un secondo e poi subito spenta. Nella parte di carta fotosensibile non coperta dagli oggetti la luce ha colpito i sali d'argento iniziando così la loro trasformazione in argento metallico; si forma così un'immagine latente, ovvero un'immagine presente sul foglio ma non visibile a occhio nudo.
Nella parte di carta fotosensibile coperta dagli oggetti la luce non colpisce i sali d'argento presenti su di essa, così da non modificare il loro stato. Poi hanno immerso la fotografia nello sviluppo; qui la parte del fotogramma colpita dalla luce attraverso il rilevatore accelera il processo di riduzione e permette di vedere l'annerimento dei sali d'argento, mentre la parte non colpita dalla luce (dove si trovavano gli oggetti) non essendosi avviato il processo di riduzione del sale d'argento, quest'azione (sviluppo-rilevatore) è nulla; non c'è alcun annerimento da rilevare. Passata poi l'immagine fotografica nell'arresto; alla parte colpita dalla luce viene bloccata l'azione di sviluppo mentre sulla parte che non è stata esposta alla luce, quest'azione è nulla.
Come ultimo passaggio hanno immerso l'immagine nel fissaggio dove sia la parte colpita dalla luce che non colpita viene resa inalterabile; infine hanno lavato il fotogramma sotto acqua corrente per pulirlo dai sali e dai chimici. Posso così vedere un'impronta bianca su uno sfondo nero corrispondente alla forma dell'oggetto collocata sul foglio di carta fotosensibile.

Esempi di fotogramma dei miei compagni:

 
Portachiavi - Jeison Giugliarelli
Dolcetto o scherzetto - Laura Savi